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Sent: Sunday, February 28, 2016 7:02 PM
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Subject: lutto "Pino Misiti"
 
Sent: Saturday, February 27, 2016 3:56 PM
Subject: per la morte di Pino Misiti
 

di Benedetta Buccellato


Quando si dà la notizia della morte di un collega, di un amico, di un familiare, si usa l’espressione “ … è scomparso/a”. Come se una macabra magìa avesse sottratto d’improvviso quella persona al rapporto con la vita.


Pino Misiti non è scomparso, ha interrotto tragicamente la propria vita impiccandosi in casa.


Una decisione lucida o un gesto di estremo abbandono; l’ultima impotente fragilità o il progettato termine di una sofferenza divenuta intollerabile.


Pino è stato mio compagno nei tre anni di corso dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Dopo il diploma non ci siamo più frequentati, ci si incontrava, magari casualmente, come capita a chi fa il medesimo mestiere.


L’anno scorso Pino ha presentato domanda alla Fondazione N.Piccolomini, di cui sono presidente, per ricevere l’aiuto economico previsto dallo statuto. L’ha ottenuto perché il suo reddito era al di sotto del tetto indicato dal bando.

Raccontandolo, sto probabilmente infrangendo qualche norma sulla privacy. Ma Pino non era un consumatore da proteggere dall’ invasività del mercato; Pino era un artista, un lavoratore dello Spettacolo che, sessantenne, non aveva di che vivere: non c’è nulla di privato nell’indigenza di un artista che non ha più né ruolo sociale, né la possibilità di vivere dignitosamente.


E la sua morte, la tragedia della sua morte, non può essere motivata dall’esasperazione di una cronica fragilità. Se avesse potuto fare con dignità il lavoro per cui si era diplomato in una scuola dello Stato, se avesse potuto trasformare nel proprio lavoro tale fragilità, oltre che la sua creatività, se avesse avuto un ruolo sociale, se cioè fosse vissuto in una realtà, lontana da quella italiana, che riconosca e tuteli la dignità del lavoro dell’artista, Pino non si sarebbe impiccato.


Mi basta questa certezza per dare un senso alle nostre battaglie.


Benedetta Buccellato


PS Ho messo Villa Piccolomini a disposizione dei fratelli di Pino per una cerimonia laica. Vi terrò informati su data e ora.

ApTI Associazione per il Teatro Italiano

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From: Daniele Magnante
Sent: Monday, February 29, 2016 11:44 PM
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Subject: R: lutto "Pino Misti"
 
Sono sconvolto, Pino Misiti, Pino Pesce come lo chiamavamo da ragazzi, Pesce era il suo soprannome e si è impiccato.
Mai e poi mai avrei voluto avere una notizia tanto orribile.
Da giovani, anzi da giovanissimi ci frequentavamo assiduamente, ci incontravamo spessissimo quasi tutti i giorni, condividevamo sogni e aspirazioni. La sua morte porta via anche un pezzo della mia vita. In piazza Don Bosco cantavamo e suonavamo le canzoni di Fabrizio De Andrè e dei Doors, eravamo amici, solidali, unici. Lui contenuto e rigoroso voleva essere un attore, io giovane fotografo lo ammiravo, la sua compostezza, la sua sagacia, i suoi sottintesi erano brillanti; poi la vita ci ha divisi, abbiamo percorso strade diverse ma sempre intorno allo stesso traguardo, lui attore io datore luci, lo spettacolo, l'emozione, le atmosfere. Pino rimarrà sempre vivo e sorridente dentro di me. non lo dimenticherò mai.
 
Daniele Magnante
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Sent: Tuesday, March 01, 2016 1:31 PM
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Subject: le vostre mail e interventi dal web per Pino Misiti e Monica Samassa
 
vedi allegato. (riuscito a copiare K)

ApTI Associazione per il Teatro Italiano

 

le mail arrivate all’ApTi sulla morte di Pino Misiti e Monica Samassa

e due interventi dal web

Vi ricordiamo che i funerali laici di Pino si terranno giovedì prossimo, 3 marzo, alle ore 11 a Villa Piccolomini, via Aurelia antica 164

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Quando si dà la notizia della morte di un collega, di un amico, di un familiare, si usa l’espressione “ … è scomparso/a”. Come se una macabra magìa avesse sottratto d’improvviso quella persona al rapporto con la vita.

Pino Misiti non è scomparso, ha interrotto tragicamente la propria vita impiccandosi in casa.

Una decisione lucida o un gesto di estremo abbandono; l’ultima impotente fragilità o il progettato termine di una sofferenza divenuta intollerabile.

Pino è stato mio compagno nei tre anni di corso dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Dopo il diploma non ci siamo più frequentati, ci si incontrava, magari casualmente, come capita a chi fa il medesimo mestiere.

L’anno scorso Pino ha presentato domanda alla Fondazione N.Piccolomini, di cui sono presidente, per ricevere l’aiuto economico previsto dallo statuto. L’ha ottenuto perché il suo reddito era al di sotto del tetto indicato dal bando.

Raccontandolo, sto probabilmente infrangendo qualche norma sulla privacy. Ma Pino non era un consumatore da proteggere dall’ invasività del mercato; Pino era un artista, un lavoratore dello Spettacolo che, sessantenne, non aveva di che vivere: non c’è nulla di privato nell’indigenza di un artista che non ha più né ruolo sociale, né la possibilità di vivere dignitosamente.

E la sua morte, la tragedia della sua morte, non può essere motivata dall’esasperazione di una cronica fragilità. Se avesse potuto fare con dignità il lavoro per cui si era diplomato in una scuola dello Stato, se avesse potuto trasformare nel proprio lavoro tale fragilità, oltre che la sua creatività, se avesse avuto un ruolo sociale, se cioè fosse vissuto in una realtà, lontana da quella italiana, che riconosca e tuteli la dignità del lavoro dell’artista, Pino non si sarebbe impiccato.

Mi basta questa certezza per dare un senso alle nostre battaglie.

Benedetta Buccellato

Le vostre risposte

E’ una notizia molto triste. Pino Misiti aveva lavorato con me tanti anni fa ne La mia generazione.

Wilma Labate

Non lo conoscevo personalmente ma sono profondamente

addolorato per la sua scomparsa.

Lamberto Consani

Terribile! Quando noi attori avremo il coraggio di uscire allo scoperto e "denunciare" questa precarietà lavorativa sommersa, tutti insieme?

Rosa Genovese

Mi dispiace profondamente.

Roberto Accornero

Cara Benedetta ti scrivo di getto... sono concorde con te. È qualcosa che scuote nel profondo la solitudine che deve aver provato. Io ti ringrazio delle tue parole e della tua indignazione che sono sicura è condivisa da tanti. Gli artisti, io ne sono convinta, sono la parte più alta di un popolo e nello stesso tempo la parte più 'delicata'. Un abbraccio enorme e sincero alla famiglia dì Pino.

Rosalba Mereu

Cara Benedetta,

queste tue parole, magari ovviando il nome per rispetto ai familiari, dovrebbero essere pubblicate su CorSera e Repubblica, e inviate alle autorità governative. Pensaci. Possiamo anche firmare in tanti.

Grazie come sempre

Maria Rosaria Omaggio

Cara Benedetta, sono profondamente colpita da questa tremenda notizia e condivido la tua tristezza e l'amarezza.

Grazie per le tue parole in ricordo di Pino, ti abbraccio

Letizia Compatangelo

Cara Benedetta le tue parole sono così dolorose e così forti ma, purtroppo profondamente vere. La realtà del nostro vivere quotidiano di artisti è diventato insopportabile, non c'è nessuna visione politica ,culturale, amministrativa, e il peso maggiore lo vive chi è più avanti negli anni. La cosa più triste e che all'orizzonte non si vede nulla. Non conoscevo Pino, ma il mio cuore è addolorato per Lui. Condoglianze alla sua famiglia da parte mia. Un abbraccio

Consuelo Lupo

Grazie Benedetta per la tua dolcezza e umanità nell'annunciare questa orrenda notizia della scomparsa di Pino Misiti. Sono molto scossa, anche perché non riesco a dissociarla dal momento terribile che sta vivendo la cultura italiana e il teatro in particolare. Non è facile essere flessibili e riadattabili e men che meno a 60 anni quando pensi di aver già combattuto e lottato abbastanza per poterti garantire una diversamente giovane età in santa pace. Forse dovremmo vederci di più tra di noi, parlare, sostenerci... Pensi che la nostra associazione che tu stai eroicamente portando avanti possa occuparsi di questo tipo di iniziative? Grazie di cuore, Un abbraccio Tiziana Bagatella

Pino Misiti, lo conoscevo bene, era e rimane un bravo attore, un artigiano dello spettacolo. triste per la sua decisione di farla finita.. che riposi in Pace. carlo cotti

Purtroppo cara Benedetta le tue parole sono tragicamente vere, dovremmo essere tutelati dallo stato per il serio e impegnativo percorso oltre che gioioso e creativo scelto fin da giovani, questa tutela che dà dignitá a chi vive d'arte, esiste in molti paesi europei, Francia,Belgio, etc...invece qui come vedi siamo

"primitivi" anche in questo, sentite condoglianze anche se non lo conoscevo direttamente e grazie per il tuo costante impegno per tutti gli artisti.

Annalisa Picconi

atroce

Silvia Luzzi

Carissima Benedetta, non ne sapevo niente, sono davvero molto impressionato. Lo ricordo ragazzo nei primi anni ottanta, promettenti per tutti ma in realtà già orrendamente selezionatori. Aveva lo sguardo di chi non sorvola sulle cose, questa sua uscita di scena – che rispetto con profondissima comprensione – mi ferisce come un fulmine scoccato vicino. Mi dispiace enormemente. Le tue parole sono veementi e giuste. Pino Misiti era uno di quei giovani attori non convenzionali che in quei primi anni ‘80 portava una faccia vera e inquieta, segnata dalla dolcezza e dai veleni della sua generazione, una tristezza per lo spettacolo italiano non averlo saputo usare che in modo sporadico (Eduardo però l’aveva beccato subito!) per far luogo alle faccine rassicuranti e insulse.

Marco Tullio Giordana

Cara Benedetta, la notizia che mi hai dato mi ha lasciato senza fiato. Pino ha diviso con noi i primi passi di questo nostro lavoro. Non sapevo delle sue condizioni e comunque condivido pienamente le tue parole. La mancanza di tutela da parte del nostro stato nei confronti degli artisti è vergognosa!!!! Ti ringrazio di aver pensato di offrire lo spazio di villa Piccolomini. Tienimi informata della data. Un abbraccio.

Marina Tagliaferri

cara Benedetta, grazie infinite per queste parole. Posso postarle su FB? Ho già postato la sua foto. Che dolore. Te lo ricordi Comegna, trovato morto sul terrazzo di casa sua in over dose? storie diverse, ma di dolore. Un abbraccio

Federico Pacifici

Grazie Benedetta.

Io non potrò esserci, ma sarà come se…

Molta tristezza

Valeria Cavalli

Cari Amici, tutta la mia dolente solidarietà per questa tragedia del nostro universo professionale, nel ricordo di Pino.

Beppe Navello

Cara Benedetta,

mi colpisce molto la tragedia di Pino Misiti, che personalmente non conoscevo, tanto più sono a riflettere su quanto segue: posto che sia vero tutto ciò che scrivi, mi convinco sempre più come alla radice di tale vuoto esistenziale e politico del nostro settore, ci sia di fatto la mancanza ormai storica di una "legge per il teatro". Hai ragione a scrivere che Misiti fosse diplomato in una Scuola dello Stato, ma in un settore dove poi di fatto siamo "fuori legge", è evidente che le ripercussioni siano poi del tutto incontrollabili. Ho sostenuto da sempre questa necessità - anche all'AGIS, sia in sede privata che pubblica - ma quando l'ho fatto spesso sono apparso come l'ingenuo della situazione, laddove il cinismo dei "pragmatici" rimaneva e riamane quello del tirare a campare che tanto, una legge nel nostro settore, non sia nemmeno giusto averla. Per questi motivi, oltre che naturalmente per le condoglianze pubbliche a Pino Misiti, sento di dover intervenire. E se si potesse aprire un dibattito sulla questione suddetta, sappi che sarò sempre in prima fila come interlocutore.

Franco Ricordi

Carissimi colleghi. La morte di un artista è sempre una tragedia collettiva. Le modalità che Benedetta ha tanto bene raccontato, poi, aggiungono dolore a dolore.

Purtroppo, in questi giorni si registra anche la morte, anch'essa - pare - cercata, di Monica Samassa, che non conoscevo bene ma con la quale avevo lavorato in un film.

Tutto questo nei giorni in cui, per cause naturali, veniva a mancare Andrea Garinei, attore mio coetaneo con il quale avevo condiviso parte del percorso di formazione.

Che dire! Non è un buon momento.

Si può solo stendere le mani per un abbraccio di comprensione e rispetto per queste persone, questi amici e colleghi che, solo fisicamente, ci lasciano.

Spero di non essere stato prolisso, ma questi eventi mi hanno molto colpito.

Grazie

Paolo Fosso

Cara Benedetta, sono profondamente vicina al tuo dolore, le tue parole sono così vere!

Marisol Gabbrielli

che tragedia..mi dispiace l'altro giorno anche la giovane attrice monica samassa...morta impiccata in teatro..

io credo che tanti ma tanti hanno gli stessi problemi..BISOGNEREBBE FARE UN APPELLO..

CHE TRISTEZZA R.I.P. PINO CIAO...

Antonio Tallura

Grazie per aver condiviso questi tuoi pensieri, fatte queste considerazioni che faccio totalmente mie!

Franco Trevisi

Cara Benedetta, un pensiero pieno di rispetto Alessandra Panelli

La morte di Pino è la morte di tutti noi. Molti nostri colleghi hanno scelto di lasciare questo mondo. Il teatro è da sempre e dovunque, la cartina di tornasole dello stato di salute di una nazione. Questo paese, con le sue straordinarie ricchezze, le sue incredibili potenzialità, le sue invidiabili risorse, è finito. Il teatro che abbiamo conosciuto, il vero, grande teatro, non è più richiesto, anzi dà fastidio. Come la nostra storia. Nessun paese ha evitato di fare i conti seriamente con il proprio passato come il nostro. Nessun paese avrebbe messo velocemente nel dimenticatoio figure come Orazio Costa, Carmelo Bene, Vittorio Gassman, Ettore Giannini, Dino Buzzati etc. Non erano i portavoce di alcun partito. Non erano protetti da alcun clan.. Pino era un artista, sì. Un artista sincero, Un artista generoso. Non c'è spazio per questo. Si deve essere cinici, realisti, spietati, furbi, ambigui, e se possibile

collusi. Pino non lo era. E per questo lo ricorderò con profonda stima e affetto. Lo ricorderò come qualcuno di cui questo paese avrebbe avuto bisogno e che invece questo paese ha tradito; lasciandolo solo. Impedendogli di arricchire i propri simili con la sua sincerità, il suo talento, la sua sensibilità. Con il suo amore. Ciao Pino. A Dio.

Ennio Coltorti

DAL WEB

di Massimo Wertmuller

Amici, colleghi attori, io vi prego, non fidatevi di questo nostro mestiere. In questi giorni si sono tolti la vita, come fosse un passaggio naturale dell’esistenza e non una orrenda ingiustizia, due attori di sicura capacità, due “facce” belle, intelligenti e interessanti, per dirla come la direbbe un regista, e comunque due persone perbene. Io non posso sapere quanto il nostro lavoro c’entri in questa loro disperata scelta.Temo, sospetto, che c’entri molto. Come è entrato non solo in altri suicidi ma certamente in moltissime depressioni. Perché il lavoro dell’attore è l’unico mestiere che impone di reinventarsi, di riproporsi ad un ambiente che si sveglia e che considera, o che addirittura stima, quasi solo quando si cavalca l’onda-se e quando c’è-di un momento professionalmente felice. Molto più spesso, invece, questo lavoro è disattento, ingrato. Un attore può avere facilmente la sensazione di non aver raggiunto alcuna tappa, alcuna stazione nel tragitto della sua carriera.E fiscalmente l’attore viene pure considerato “libera professione”, quando invece è sempre sotto il giudizio e la scelta di qualcuno. E tale faccenda peggiora, ovviamente, con l’età. Tutto questo non accade, per esempio, ad un ferramenta, ad un edicolante, ad un ingegnere o ad un dottore che raggiungono comunque una clientela o una promozione sul lavoro, che poi in seguito non gli toccherà nessuno. L’attore, invece, è sempre in discussione, sempre precario.Ora,è vero che nel paese dove è rarissimo il merito,anche la fortuna,insieme alla furbizia,al sapersi muovere,alle conoscenze,può avere la sua parte importante nella riuscita professionale.Per cui si può anche pensare che,come esiste la bassa marea,così è possibile che torni anche l’alta.Quindi tenete

vivo senz’altro tutto il vostro antico amore,quello che vi fece scegliere questo mestiere,pronto a riaccendersi,giustamente,ogni volta che si recita. Però, cari amici,fragili,poetici,sensibili,amati colleghi attori ,oltre alla vostra passione,vi prego,non regalate a questo mestiere anche la vostra anima.Per realizzare voi stessi,per arrivare ad una qualche vostra intima serenità guardate altrove.Guardate agli affetti,all’amore,all’amicizia,ad un bel tramonto.Alla partecipazione civile,per esempio.Non dico alla famiglia(quella d'origine,intendo),perché spesso,non per tutti certo,è una fonte di dolore,è il posto dove vieni capito meno,dove regna l’aspettativa e il giudizio più ottuso ed egoistico,invece che un nido comunque sempre accogliente e protettivo.Accontentatevi ,insomma,di quello che vi circonda,pensando leggero e positivo nel modo che potete.Distogliendo lo sguardo da questo lavoro,quando e se vi fa soffrire ingiustamente,perchè non merita la vostra pena.Fatelo se potete.Se invece è soprattutto un problema di sopravvivenza,allora,ancora di più,secondo me,va considerata l’idea di mettersi a tavolino e studiare un’alternativa.La vita,per fortuna è ancora un’opportunità,è ancora”destino”,e può succedere tutto.E lasciate,in questo caso,la porta aperta a questo lavoro nostro ,quando arriva,più in quanto “pagnotta”,che non purtroppo in quanto passione ed estasi artistica.Scusate se vi ho disturbato e se vi sono sembrato un po’troppo Socrate,ma la mia intenzione era di condividere con voi un pensiero a cui io sono arrivato e che mi è stato utile.Ma soprattutto perché non so accettare il dolore di quelle morti.

Massimo Wertmuller

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di Daniele Griggio

NON E’ UN PAESE PER ATTORI

Gli attori Pino Misiti e Monica Samassa si sono suicidati a distanza di, forse, nemmeno 24 h uno dall’altro.

Io sono molto angosciato e preoccupato, ma dire che non me l’aspettavo che prima o poi qualcuno l’avrebbe fatto, non è vero. Anche a me è capitato di pensarci. E a molti di noi capita, e capiterà. E si dirà che sono due casi isolati, disperati, e si dirà che ci sono cose peggiori, e si diranno tante cose banali e offensive nei confronti di due attori-persone che non ce l’hanno fatta più. Tutti diranno tutto, ma nessuno di coloro che potrebbero accendere un dibattito (si dice così no?), che potrebbero attirare l’attenzione su una categoria di lavoratori, nessuno si farà l’unica domanda che avrebbe senso: “ Cosa sta succedendo agli attori italiani? Non è il mestiere più bello del mondo? E allora come mai?”.

Cari Pino e Monica, non vi conoscevo, ma è come se foste parte di me. E so bene, molto bene, quello che avete provato. Riposate, ora che potete. Riposate e abbiate pietà di chi non capisce o non gli importa nulla di capire.

Daniele Griggio

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-----Messaggio originale-----
From: Domenico Polidoro
Sent: Wednesday, March 02, 2016 12:17 PM
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Subject: lutto Pino Misiti
 
Condivido ogni parola che Benedetta Buccellato ha scritto in ricordo di Pino Misiti e la ringrazio. Per rispettare i grandi silenzi di cui Pino è stato capace sin dai tempi dell'Accademia, qui non aggiungo altro a quelle parole. Adesso è il tempo del raccoglimento e del rispetto, ma in seguito varrebbe la pena confrontarci sulla solitudine inflitta colpevolmente. Mi stringo forte al dolore dei familiari e di tutti gli amici. Ciao Pino, buon viaggio.
Domenico Polidoro